Non è semplice definire il bondage con poche e semplici parole: ci riferiamo a pratiche scottanti, giochi sessuali eccitanti e ad un soddisfacente divertimento erotico. La maggior parte delle persone, soprattutto in seguito all’avvento dei libri e dei film relativi alle Cinquanta Sfumature, sa bene di che cosa si parla: Christian Grey, dunque, può essere considerato un buon insegnante per chi è alle prime armi.
Tuttavia, al fine di provare un immenso piacere nell’attuazione di tali tecniche, è bene tenere in considerazione una serie di validi consigli per rendere la costrizione fisica un momento indimenticabile ornato da un certo voyerismo.
Ebbene, a questo punto, diviene necessario precisare che cosa significa nello specifico il termine bondage. Letteralmente esso significa schiavitù. Questo, quindi, in teoria. Nella pratica, invece, si tratta di un insieme di pratiche sessuali in grado di creare un forte legame fisico e mentale tra i partecipanti. Grazie al bondage si riesce ad esplorare il sesso a 360 gradi mediante un gioco che vede come protagonisti un dominatore ed un sottomesso.
Inoltre, in merito, è bene fare riferimento alla distinzione tra:
- light bondage, vale a dire la legatura esclusiva di mani e piedi;
- la mummification, in seguito alla quale il sottomesso viene annodato completamente non riuscendo, così, a muoversi;
- la suspension, ovvero quando il sottomesso, precedentemente legato, viene anche appeso.
L’arte del bondage: non solo tecniche
Il bondage è una pratica che non si basa solo sull’esecuzione di specifiche tecniche, bensì anche su sentimenti. In effetti, esso deve essere innanzitutto un’esperienza in grado di arrecare un certo grado di gratificazione ad entrambi i partecipanti che, alla fine, raggiungono insieme la vittoria. Nel momento in cui si viene immobilizzati totalmente, è come se si provasse il brivido di essere protetti guardando la corda che lega come se fosse l’estensione delle braccia del proprio partner. Non è solo dolore. Può essere, alla luce di ciò, descritto come un atto intenso sia dal punto di vista emotivo sia da quello fisico. Chi viene legato finisce con l’appartenere totalmente all’altro, essendo, allo stesso tempo, amata e apprezzata per questo. Il sottomesso non vuole indipendenza, è consenziente, ripone una grande fiducia nell’altro nonché stima ed affetto. Sembra strano, ma è così. Chi si fa sottomettere, infatti, lo fa per divenire oggetto di un forte desiderio e non di certo solo per farsi maltrattare. Come per tutto, la varietà aggiunge quel pizzico di pepe in più grazie ad una serie di azioni a cui si può ricorrere singolarmente o in combinazione con altre.
Bondage: tra storia e desiderio
La pratica del bondage possiede origini molto antiche risalenti addirittura al quindicesimo secolo. Interesserà sapere come, all’inizio, non si trattasse nemmeno di tecniche aventi uno sfondo sessuale.
Le corde, in passato, andavano a rappresentare una sorta di collegamento tra umano e divino nella cultura giapponese, all’interno della quale i samurai e la polizia procedevano ad immobilizzare i prigionieri ricorrendo semplicemente all’uso di una corta realizzata in juta o canapa. Di conseguenza, il bondage, così come oggi è conosciuto dalla maggior parte di noi, vide la sua diffusione solo nel periodo del secondo dopoguerra.
I ruoli e gli strumenti del bondage
Il bondage è, oramai, una pratica sessuale praticata da molte persone. Esso consiste in un gioco di ruolo in cui si schiavizza una persona che viene legato. I protagonisti, in particolare, possono essere un dominatore e una sottomessa o viceversa.
La sottomissione crea eccitazione. Non è sempre necessario usare le corde ed imparare a memoria le varie tipologie di nodi. Infatti, in una fase iniziale, si può ricorrere a bende, manette o fruste. Essere legate, per le donne, per poi essere penetrate con violenza può portare ad un piacere indescrivibile.
I ruoli e gli strumenti nel bondage
Il bondage è una pratica sessuale che vede uno scambio di ruoli ed una varietà di strumenti. Nello specifico, vi sono modalità soft, le quali prevedono semplicemente l’utilizzo di bende o manette, e quelle più estreme che, ovviamente, risultano essere anche più dolorose e pericolose.
Si tratta, per lo più, di tecniche aventi come scopo l’eros da raggiungere mediante l’istantanea privazione del movimento, sia totale sia parziale, o anche di un determinato senso. Siamo, di conseguenza, nella sfera sadomasochistica.
Nel soft bondage, però, le dinamiche erotiche si consumano per gradi con l’alternanza di momenti di sottomissione e dominazione. Il Barefoot bondage, invece, vede l’immobilizzazione dei piedi, con corde o lacci, rigorosamente nudi.
A questo punto, il partner si fa accarezzare, punzecchiare, leccare, solleticare dal’altro anche con l’uso di bacchette o piume. Il dolore è di certo più controllato. Non bisogna dimenticare, infine, anche l’uso di bende o simili per lasciare spazio anche all’immaginazione. Per i più audaci, diversamente, sono previste fruste, completi, maschere e strumenti che potrebbero andare a ferire il corpo anche profondamente.
Le tecniche del bondage: quali sono e in che cosa consistono
Il bondage rientra nella categoria inerente una tipologia di sessualità relativa al sadomaso. Ci si riferisce, in pratica, ad una serie di giochi erotici di dominazione e sottomissione attraverso l’utilizzo di corde, manette, catene e ganci i quali diventano gli strumenti necessari per attuare certe dinamiche.
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Tra quelle principali possiamo citare:
- il collegamento di determinate parti del corpo del sottomesso a oggetti esterni, come ad esempio sostegni o muri;
- la separazione o, altrimenti, la divaricazione di alcune parti del corpo;
- la sospensione del corpo a sostegni o a soffitti;
- la restrizione, vale a dire l’impedimento forzato dei tipici movimenti del corpo;
- l’immobilizzazione totale del corpo, definita mummificazione, la quale potrebbe portare all’autentica deprivazione dei sensi.
Merita un accenno anche la pratica pericolosa e, senza dubbio, estrema, dell’asfissia erotica o del breath control, cioè controllo del respiro, la quale potrebbe provocare danni cerebrali se eseguita senza cognizione di causa e, in casi gravi, anche la morte.
Parliamo di dominazione, in quanto si prova il piacere di comandare quelle che sono le sensazioni nonché il volere del partner; di sadismo, dal momento che ci si mette alla prova; di masochismo, poiché consapevolmente si cerca di provare emozioni mai provate mediante stimoli che portano all’umiliazione e al dolore, ma che allo stesso tempo non mancano di offrire un’enorme soddisfazione.
La sofferenza volontaria, la costrizione e il dominio condurranno ad estasi, pulsioni ed ad un’eccitazione incontrollata.