La donna maiala che avevo sempre sognato
Mi chiamo Vittorio e sono un uomo come ce ne sono tanti altri: la mattina mi sveglio e vado in ufficio dove resto fino alle 18.00. Non sono un lavoratore particolarmente brillante ma riesco a mimetizzarmi talmente bene nel luogo di lavoro che ho sempre schivato i licenziamenti del capo. Ho 45 anni ma sono divorziato da 2 anni perché con mia moglie non riuscivamo più a mantenere un rapporto equilibrato e piacevole. Dopo due figli aveva cominciato a fare la difficile e io mi sono gettato in una serie di relazioni extra coniugali, fino a quando mi ha scoperto e mi ha messo alla porta. In quest’ultimo anno ho conosciuto una donna meravigliosa che si chiama Marta, una collega appena trasferita in città e con cui condividevo la macchinetta del caffè dell’ufficio. La prima cosa che mi ha colpito di lei sono state le sue forme mediterranee procaci e morbide ma non solo, aveva una mente intelligente e decisa che mi lasciò a bocca aperta fin dal primo momento. Nonostante fosse più giovane, capii che c’era un interesse, in fondo ero un uomo affascinante che sapeva prendersi cura di sé quindi colsi subito l’occasione per invitarla a cena. Tra un bicchiere di vino l’altro, i nostri occhi si mangiavano vicendevolmente; Marta si muoveva come un serpente sinuoso carico di malizia e io sentivo il mio cazzo scoppiare ogni volta che si umettava le labbra carnose. In auto ci provai spudoratamente e le strappai un bacio carico di lingua e la promessa che ci saremmo rivisti.
Finalmente sesso
Il sabato seguente mi invitò a casa sua per una pizza ma restammo digiuni dato che cominciammo a baciarci e a toccarci con passione, dal divano passammo nel suo letto e finalmente riuscii ad agguantare quelle forme meravigliose su cui avevo tanto fantasticato. Le tolsi la camicia bianca e ammirai quelle tette generose che sembravano voler uscire dal reggiseno di pizzo, io le accontentai e succhiai i capezzoli fino a renderli gonfi e turgidi.
– Non esagerare – mi disse – sono delicata.
Peccato, avrei voluto schiaffeggiarle le tette ma forse non era il caso.
Le abbassai la gonna e le tolsi calze e slip, ammirando un piccolo boschetto cespuglioso su cui mi fiondai, il profumo era inebriante ma il sapore era ancor meglio. Le mie papille gustative captavano una nota dolce seguita da una più acidula, ne volevo ancora e roteavo sul clitoride che rispondeva bagnandomi la faccia di umori succulenti.
– Ancora, infilami la lingua dentro, più forte – mormorava Marta.
Provai a inserire la lingua come mi aveva suggerito ma aggiunsi un paio di dita per allargarle quella bella vagina infuocata vogliosa di attenzioni.
La situazione si stava scaldando perché Marta mi teneva la testa in maniera forte e si contorceva roteando i fianchi, i suoi gemiti accelerarono fino a quando non raggiunse il piacere massimo. Il suo volto era paonazzo, sudato e mi sembrava più bella che mai.
– Lasciami riprendere e ti restituirò il favore, ti farò impazzire – sentenziò con il fiatone, come chi si ferma dopo una lunga corsa.
Cominciai quindi a spogliarmi mentre le baciavo il collo, la spalla, la bocca, lasciando libero il mio fratellino che era già sull’attenti. Marta mi accarezzò il cazzo prima di ingoiarlo nella sua interessa e succhiarlo come un aspirapolvere, era molto brava ma la cosa che mi eccitava di più era il suo sguardo di sfida mentre lo prendeva in bocca. Decisi di punire quella sua arroganza tenendole i capelli e spingendo il cazzo sempre più in profondità, stimolandole dei conati ma senza esagerare. Esplosi nella sua bocca in un tempo record e lei ingoiò ogni singola goccia.
Una piacevole scoperta
– Senti non mi aspettavo che arrivassimo già a questo punto perciò non ho i preservativi, tu hai qualcosa? – le chiesi.
– Vedi nel primo cassetto, dovrei averne due o tre.
Con la mano cercai distrattamente i condom ma non trovai nulla perciò aprii il cassetto sottostante, speranzoso che la memoria di Marta avesse commesso un errore di distrazione. Captai un oggetto plasticoso che tirai fuori.
– Ecco come ti diverti da sola! Ti masturbi col dildo, eh? Bella maialina – dissi scherzando ma non mi resi conto che il dildo era legato a una cintura.
Marta rise e mi corresse subito: – guarda che non è un dildo ma uno strapon!
– E che cos’è? – in effetti non ne avevo mai sentito parlare prima.
– Praticamente non lo si usa su di me ma sono io che lo uso sugli altri.
Ci fu un momento di silenzio che mi sembrò incredibilmente lungo ma davvero non avevo parole. In passato avevo avuto qualche piccola fantasia in merito ma l’avevo sepolta subito perché non avrei mai avuto il coraggio di proporla alle mie partner. Marta invece ne parlava così apertamente che mi parve stranissimo. La guardai nuovamente ed era seria perciò le chiesi come funzionasse.
– Tesoro, non si parla di sesso. Si fa.
Con nonchalance indossò la cintura e cominciò a toccarsi come se si stesse masturbando. Era tremendamente bella ed eccitante, con quelle tette grosse e il cazzo finto.
– Secondo me ti piacerebbe, a tutti piace anche se nessuno vuole farlo all’inizio. Tu hai il coraggio o sei una mammoletta noiosa?
– Facciamo un gioco, quello che tu fai a me io poi faccio a te – mi sembrava un buon compromesso per poter fare del sesso anale al primo appuntamento.
– Ok, ci sto. Tanto a me piace prenderlo in culo – mi disse mentre prendeva il lubrificante e lo cospargeva sullo strapon.
– Adesso voglio che ti metti a pecora sul letto, con la testa sul cuscino – continuò.
Feci come mi aveva ordinato e temevo di sentire un forte dolore ma il suo dito delicato cominciò ad accarezzarmi l’ano con movimenti circolari, stava lubrificando l’orifizio con l’olio e mi sentivo terribilmente bene. Mi piaceva e sentivo una sensazione di calore che nasceva al livello dello stomaco.
Marta si avvicinò lentamente e direzionò lo strapon verso la mia apertura, creandosi un varco che non mi provocò dolore ma solo un’emozione sconosciuta ed estranea. Ci volle qualche colpo prima che il mio ano si abituasse alla presenza del fallo, attivando i recettori e restituendomi ondate di piacere.
Marta dal canto suo si muoveva benissimo, roteando i fianchi per allargarmi e dando dei colpi secchi e decisi in conformità con i miei gemiti.
– Ti sta piacendo vero? Dici la verità. Ti piace essere trattata come una puttanella.
Questa conversazione umiliante non me la aspettavo e mi sentii davvero come una troia sodomizzata al suo cospetto, la cosa più che spaventarmi aumentò ancora di più la mia eccitazione.
– Perché non mi rispondi? Ti devo sculacciare? – gridò Marta, mentre un sonoro schiaffo rimbombò sulla chiappa destra.
– Mi piace, mi sento una troia sul serio ma tu non trattenerti, ti prego – avevo come la sensazione che Marta mi desse colpi delicati per non farmi male.
L’orgasmo più bello della mia vita
Non se lo fece dire due volte e aumentò l’intensità del ritmo, affondando in profondità lo strapon. Una parte di me era pronta a raggiungere l’orgasmo perciò glielo dissi. Lei mi fece sdraiare lateralmente, penetrandomi a cucchiaio e allungando la mano per masturbarmi. La sua mano calda era veloce e seguiva il ritmo dell’inculata, non avevo mai provato quel doppio piacere e forse erano proprio così che si sentivano le donne che venivano penetrate doppiamente. Quando sopraggiunse l’orgasmo riversai tutto lo sperma sul lenzuolo, in maniera abbondante. L’orgasmo mi fece rabbrividire e se ne andò del tutto dopo qualche minuti. Non riuscivo a capacitarmi di quanto fosse stato forte e incredibile.
Marta mi guardò sorridendo, era stata brava a muoversi come un uomo pur mantenendo la sua femminilità.
– Ce la fai adesso a scoparmi o hai bisogno di una mano? – mi disse con sguardo divertito.
– Io sono nato pronto, bellezza. Però magari lasciami qualche minuto ancora perché è stato davvero bello e non me lo aspettavo.
– Non preoccuparti, è la norma. Tutti ne hanno paura ma dopo averlo provato non lo lasciano più. Io vado a farmi una doccia e al ritorno voglio trovarti in posizione da combattimento.
Inutile dire che al suo ritorno ero già nel mondo dei sogni ma riuscii a farmi perdonare la mattina dopo, la sera stessa e la mattina dopo ancora. Adesso io e Marta stiamo insieme e ci penetriamo a vicenda con crudezza e malizia, abbiamo trovato il perfetto equilibrio di coppia. Qualcosa che non avevo mai avuto prima.
Boh a me dopo separato ho passato due anni disperati per trovarmi una disperata con cui mi son lasciato 10 anni dopo tante rotture di coglioni … Sarà che nella vita qualcuno ha fortuna qualcuno no