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Cuckold BDSM in famiglia

La zia gnocca

Non riuscivo a crederci! Mio zio si era sposato con una sventola incredibile di dieci anni più giovane di lui. Non capivo come avesse fatto visto che era un uomo basso, tarchiato e non particolarmente intelligente. Durante la cena dell’ultimo Natale vidi però che andavano molto d’accordo anche se lei flirtava un po’ con tutti gli uomini della famiglia, strappando risolini isterici in mio zio e un del sano imbarazzo in noi. Pensai però che fosse solo questione di carattere perciò fui l’unico a rispondere a tono e a chiacchierare a lungo con lei. Roberta, questo il suo nome, mi aveva invitato a una cena per la settimana seguente – aveva troppi avanzi in casa, così disse – e io colsi subito l’occasione per accettare. La loro casa era in periferia, in aperta campagna, e invidiai quel silenzio evocativo che si sentiva a tutte le ore del giorno.
– I primi giorni ti piace ma poi ti annoi incredibilmente e cerchi qualsiasi modo per evadere – mi disse Roberta.
Non capii a cosa si riferisse ma feci un cenno di assenso e le sorrisi. Indossava un abito di lana aderente e corto, pur essendo coperta riuscivo a visualizzare le sue forme esplosive, e un paio di stivali alti al ginocchio. La giornata proseguì in maniera lenta e divertente, ogni tanto la zia acquisita faceva delle battutine che non capivo ma non lo davo a vedere per non sembrare un ragazzino. Avevo 24 anni, ben 12 in meno di lei. Ero quasi pronto per andarmene quando mia zia si avvicinò e mi disse: non andare via, ho preparato la stanza per la notte e non accetto rifiuti.
C’era qualcosa nel suo sguardo che mi spinse ad acconsentire senza remore, era tremendamente bella e sensuale. Nel mio animo speravo potesse succedere qualcosa ma non mi sarei mai aspettato quello che accadde.
Andai a letto verso le 23.30 ma non riuscivo a dormire, sapere che nell’altra stanza c’era Roberta mi teneva acceso di voglia. Scesi dal letto e aprii la porta, camminando piano per non farmi sentire. Chissà se stavano facendo sesso, magari origliando la porta avrei potuto sentire un gemito o un orgasmo. La porta invece si aprì e zia Roberta mi guardava seminuda e con un sorriso.

La proposta indecente

– Finalmente hai trovato il coraggio di venire, ti aspettavamo – mi disse.
Non capivo ma solcai la porta ed entrai nella stanza. Mio zio era impigiamato e sedeva su una sedia mentre con il capo faceva segni di consenso.
– Devi sapere che io ho sposato tuo zio perché entrambi abbiamo una grande passione: il cuckolding. Sai cos’è? Immagino di no. In poche parole io scopo con altri uomini mentre tuo zio guarda. Poverino, tanto non è che gli funzioni granché, inoltre piace pure a lui vedermi trombare quindi tutti felici. Vuoi partecipare? – la zia non si fermò un attimo, segno del suo nervosismo.
Per i primi minuti pensai alla proposta, era troppo strano e non mi sentivo a mio agio con quella dinamica sconosciuta ma, al tempo stesso, sapevo che sarebbe stata l’unica opportunità di scopare la zietta perciò ero in una posizione davvero difficile. Nel dubbio guardai il mio amichetto e constatai che aveva già deciso, perciò presi la mano di Roberta e la misi sul mio pacco. In quel preciso istante si sciolse e cominciò a segarmi con foga mentre io le toccavo il seno generoso. Mi piacevano le sue mani delicate e morbide ma volevo ancor di più conoscere il suo sapore perciò la ribaltai sul letto e assaggiai il suo nettare cremoso. Roberta si contorceva sotto di me e insultava suo marito, umiliandolo nella sua inferiorità. Mi divertiva quella cosa ma non mi azzardai a partecipare, la mia mente separò le due cose e mi focalizzai unicamente su quel corpo fremente e sensuale. Mi spogliai velocemente e diressi quel viso d’angelo verso il cazzo, spingendo la testa in profondità e facendomelo succhiare per bene. Roberta dal canto suo sapeva bene come fare, facendo giochi di lingua molto particolari. Non guardavo mai mio zio seduto dietro di noi ma sapevo che si stava smanettando perché sentivo quell’inconfondibile movimento mano-pene. Era evidente gli piacesse però volevo alzare il tiro, venni in faccia a mia e la girai a 90°. Quel sedere tondo e pieno chiamava a gran voce uno schiaffone e glielo diedi.
– Ti piace? – le dissi.
– Sì, ancora.

Sesso bollente

Cominciai a darle tutto lo spanking che voleva, a un certo punto mi faceva male la mano e le guardai il sedere: era rosso come un pomodoro. La vagina era completamente bagnava e in alcuni punti colava addirittura. A quanto pare la zietta gradiva un po’ di sano machismo perciò presi io le redini e cominciai a cavalcarla con violenza. Vedevo i suoi capelli muoversi selvaggiamente, accompagnati da gemiti di grande piacere. La sensazione era meravigliosa perché la vagina era bagnata ma anche tanto stretta perciò riuscii a godermi ogni singolo istante mentre la pompavo sempre più velocemente. Le presi le mani e le bloccai dietro la schiena, lasciandola in balia del mio ritmo folle. A un certo punto gridò molto forte: vengo, vengo! Alle mie spalle sopraggiunge un altro gemito flebile, anche lo zio era giunto al culmine del piacere ma per me non era ancora giunta l’ora. Misi la zia a smorza-candela e la feci sbattere un po’ su di me, la visione di quei seni giganti che si muovevano era un qualcosa di celestiale, un fotogramma che avrei stampato per sempre nella memoria. Stringevo le sue tette, le succhiavo, le schiaffeggiavo, la zia roteava i suoi fianchi con una maestria perfetta e in quel momenti sentii qualcosa. Le dissi di spostarsi e lei lo fece, piazzando il cazzo tra i seni e facendomi venire in questo modo. Una bella sega spagnola per un finale da urlo. La cosa che mi colpii è che, dopo essere venuto, Roberta si avvicinò allo zio e gli disse di ripulire tutto. Si fece leccare ogni singola goccia prima di rivenire nuovamente a letto per il secondo round. Stavolta però tirò fuori delle manette e mi chiese di legarla al letto.
– Visto che ti piace tanto fare il cattivone, giochiamo al Padrone e alla schiava. Ogni tanto potresti anche impartire qualche ordine umiliante al quel cornutone seduto – mi disse Roberta.
Visto che eravamo in ballo, balliamo come dei professionisti. Mi girai verso mio zio e gli dissi: vieni qui, coglione! Mettiti a quattro zampe come se fossi un cane e appoggia la testa sul letto mentre io sfondo tua moglie.
Mi piaceva quella piega inattesa, rendeva tutto più eccitante, più forte ed estremo. Il mio cazzo era già pronto a penetrare Roberta e lo feci mentre lei era ammanettata, mentre la testa dello zio si muoveva al ritmo del materasso. Sarebbe stata una lunga notte umiliante per lui.

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